venerdì 4 gennaio 2013

Cakram (चक्र)


Cakram viene traslitterata solitamente in chakra. E' una parole di origine sanscrita, il suo primo significato è ruota ma ha molte accezioni tra cui plesso o vortice.
Secondo alcune filosofie orientali i chakra rappresentano dei punti di forza umani, spesso associati ad organi fisici, all'interno dei quali si muoverebbe un'energia definita prana.
Ad ogni chakra vengono associati una particolare figura ed un ben determinato colore. 
Ciascuno dei chakra ha il proprio centro in una delle sette ghiandole a secrezione interna del sistema endocrino corporeo e ha la funzione di stimolare la produzione ormonale della ghiandola. C'è da dire che non esiste un'evidenza scientifica della cosa.

Il corpo fisico e il corpo sottile (Sukṣma Śarira: le emozioni, pensieri, percezioni, stati di coscienza) formano un insieme. Questi due corpi sono collegati a livello dei chakra, quindi agendo sul corpo fisico si produrrà un effetto su quello sottile e viceversa.

I chakra vengono assimilati al loto, considerato un simbolo di purezza perché pur nascendo da acque stagnanti e putrescenti, dà origine ad un fiore bellissimo e candido. 
 Gli esseri umani, la maggior parte degli animali ed alcune piante avrebbero sette chakra principali o primari. Secondo alcune tradizioni, ogni chakra assomiglierebbe ad un piccolo vortice con la parte più stretta dell'imbuto orientata verso il corpo.

Il mio livello di conoscenza riguardo le filosofie orientali è alquanto scarso. Eppure mi ritrovo spesso a leggere informazioni riguardo questi supposti centri di energia. Sono infatti affascinata dal concetto di collegamento tra due ipotetici corpi che ci permettono di sperimentare le nostre vite.
Il rispetto per il corpo fisico e quello mentale. Come se dovessimo impegnarci a preservare l'equilibrio di entrambi, ogni giorno, costantemente, per poter vivere al meglio.